E’ un piatto nobile e molto antico che appartiene alla tradizione culinaria marchigiana e si tratta di una pasta incassettata condita con besciamella, ragù di carne, interiora di pollo, di anatra o di oca, animelle di vitello o di agnello e tartufo nero. Quest’ultimo può anche non essere inserito nella pietanza. In realtà, se non fosse che è davvero completo di tutto, potrebbe somigliare alle ben più note lasagne che, riguardo a calorie, sono anch’esse molto pesanti ma buonissime. Esistono varie versioni della ricetta ed, infatti, a quelle già citate, spesso vengono aggiunte altre varianti a seconda della zona.
E’ un piatto borghese ma di tradizione popolare che rappresenta l’abbondanza visto che vanta la presenza un pò di tutte le carni ed ha un gusto corposo. Esistono leggende e storie intorno al suo nome, ad esempio si pensa che riguardi l’omaggio che un cuoco anconetano o maceratese, ognuno ha la sua versione in merito , fece al principe Windisch- Graetz e da qui derivò il termine bizzarro.Quest’ultimo era un generale austriaco che nel 1799 arrivò ad Ancona per allontanare la città dalle armate napoleoniche.
Non sembrano essere d’accordo gli storici di gastronomia, i quali ritengono che una salsa utile a condire i “princisgras” maceratesi esisteva già molto prima ed era citata all’interno di un volume, “Il cuoco maceratese” di Antonio Nebbia. L’unica informazione che mette praticamente d’accordo tutti, a parte la squisitezza della pietanza in sè, è che sia originaria di Macerata e da quel luogo si sia piano piano estesa anche a tutte le altre regioni. Tutt’oggi viene preparata per le feste o le grandi occasioni, anche se molte famigie si concedono il ricco piatto pure la domenica. E’ inoltre, tra le specialità servite nei ristoranti, in tutte le sue varianti e si può ordinare in ognuna delle città delle Marche.