Un certosino intarsio merlato circonda quasi duemila metri di estensione delle mura, arricchite da ventiquattro torri alte e a pianta pentagonale. Questo capolavoro dell’architettura rappresenta la città fortificata di Montagnana, nell’omonima cittadina in provincia di Padova ed è circondata, come nella più classica delle tradizioni, da un ampio fossato. Nata a difesa di questa zona della bassa pianura veneta, fu interessata dal primo restauro nel XII secolo ad opera di Ezzelino da Romano, capo ghibellino e feudatario della marca trevigiana, citato pure dallo stesso Dante. Successivamente, toccò ai ferraresi continuare con i lavori di aggiustamento.
Tuttavia, non è solo il complesso fortificato che vale la pena di notare, in quanto lo stesso tessuto urbano e la cittadina più in generale, con i suoi edifici, sono graziosamente ricavati da un incrocio di strade di epoca rinascimentale o appartenenti al secolo XIX. Da visitare, a questo proposito, certamente il Duomo con le sue forme a metà tra il tardo-gotico e le linee rinascimentali, un’opera d’arte all’esterno come all’interno. Tra le sue mura, infatti, si possono vedere la Trasfigurazione di Paolo Veronese, tre tavole di Giovanni Buonconsiglio detto il Manescalco, una tela votiva di notevoli dimensioni che riprende la battaglia di Lepanto, oltre che interessanti affreschi. Altri importanti monumenti sono il Palazzo Valeri, l’antico Monte di Pietà e Villa Pisani, considerata uno dei capolavori del Palladio.
In ogni caso, sono principalmente le mura fortificate ad attirare l’attenzione di turisti e cittadini, considerate la vera peculiarità della zona e sempre liberamente visitabili.In Piazza Maggiore, il terzo sabato di ogni mese e la domenica precedente, è possibile divertirsi a guardare le bancarelle di antiquariato che, diventate ormai una tradizione, arricchiscono ulteriormente di folklore e opere d’arte, una cittadina che è già un gioiello di pregevole fattura in grado di far parte della rosa dei monumenti e antiche testimonianze che arricchiscono di storia l’Italia intera.
foto di: Paolo Bonavoglia