Quando ho visitato Nazareth per la prima volta, quello che ho visto mi ha spiazzato. Immaginavo un paesaggio antico e gli abitanti legati alle tradizioni di tanti secoli fa, invece, lo scenario era del tutto diverso. L’era moderna era arrivata anche da queste parti e pure i più giovani sfoggiavano i loro smartphone, nonostante gli esercizi commerciali avessero comunque un’aria datata. Di sicuro per chi vuole respirarla, la storia si fa sentire in questo luogo situato sulle alture tra la valle del Giordano e la piana di Izreel.
Nazareth è divisa in Città Vecchia e Città Nuova. La prima è abitata prevalentemente a cristiani e palestinesi musulmani. Se il vostro è un viaggio di natura religiosa, trascorrerete qui la maggior parte del vostro tempo, perché vi si concentrano più edifici di questo tipo. A nord, Nazareth Illit è un quartiere ebraico piuttosto vasto che risale al 1957. Fu fondato dai coloni nel corso della giudaizzazione della Galilea. Tra i luoghi di culto da non perdere il luogo dell’Annunciazione e dell’infanzia di Gesù.
Quello che colpisce di questo posto è probabilmente il suo passato in particolare. La sua storia pittoresca parte da quando l’antico villaggio fu occupato dai Romani nel corso della rivolta giudaica del 66 a.C. Un periodo fiorente interessò la città con i Bizantini prima di diventare un importante centro cristiano. Questo con la conquista da parte dei crociati della Terra Santa nel 1909. Dopo secoli di tensioni locali, solo nel XVIII secolo, vi fu un avvicinamento da parte dei francescani che acquistarono la basilica, facendo diventare definitivamente Nazareth un centro cristiano. Da quel momento e fino ad oggi è meta di pellegrinaggio praticamente tutto l’anno e le chiese si sono moltiplicate. Alcune sono particolari, tanto da conquistare i turisti che puntualmente le affollano. L’atmosfera non è quella di una volta, falsata dalle centinaia di quotidiane presenze, tuttavia il fascino che conserva viene fuori comunque, a partire dal suk, nel cuore della vita locale. Qui bisogna assolutamente perdersi tra stretti vicoli, alla ricerca di qualche affare e di souvenir insoliti, assolutamente non impossibili da notare.
La basilica dell’Annunciazione, invece, risale al 1969 ed è stata realizzata sopra le rovine dell’originale chiesa bizantina e della successiva chiesa crociata. Chi giunge a Nazareth non perde mai occasione di vederla, anche se magari professa un altro credo, ma ancora di più se è di religione cristiana. Può capitare che si resti delusi per le sue parti moderne o per le bancarelle che ne affollano l’area appena limitrofa, ma la sua grande cupola continua a dominare la città da sempre. Importantissima è la cripta, dove c’è la grotta dell’Annunciazione e secondo il Vangelo, qui l’angelo Gabriele apparve a Maria. Dal giardino si arriva alla chiesa di San Giuseppe, ricostruita nel 1914. Si trova esattamente su quello che si pensa sia il luogo della casa e della bottega di Giuseppe. Un tour in Israele, comunque, soprattutto se riguarda la storia e la religione, non può prescindere da Nazareth che ne costituisce parte integrante e rende più vasta la visione di una terra che nasconde segreti, misteri e il nostro passato.