Un giorno di dicembre di qualche anno fa, sono sbarcata a Marsiglia, in Francia. Solo pochi giorni sono bastati a farmi sentire l’aria tipica del luogo e a farmi innamorare ancora di più di un Paese che io adoro da sempre. Il giro della città è stato d’obbligo, così come gustare la cucina locale che, neanche a dirsi, punta tutto sul pesce. L’immancabile baguette fragrante ad accompagnare i piatti e le stomaco si è ben presto riempito. Intorno non mancavano le decorazioni natalizie ma sin da subito ho scelto di non perdermi una delle escursioni secondo me più divertenti e interessanti, anche con poco tempo a disposizione. Parlo del giro a le Château d’If. Non vi dice nulla questo nome? Di sicuro non sarà nuovo per chi è appassionato del romanzo de “Il Conte di Montecristo”.
Si tratta di una fortificazione francese, sorta nel Cinquecento con la funzione di prigione e che è balzata agli onori della cronaca soprattutto dopo il racconto di Alexandre Dumas. In pochi minuti di traghetto, scegliendo tale percorso, sarete catapultati dentro una antica prigione e visiterete celle e angoli dove in passato molti uomini hanno scontato le proprie pene e sofferto. Fuori qualche gabbiano abituato dai turisti a cibo diverso dal solito, è sempre disponibile ad accettare patatine, pane, pizze e qualunque altro prodotto che chi arriva, comunque, non fa mai mancare.
Marsiglia si può visitare anche velocemente, in un semplice weekend lungo e lo stesso vale per questo tour che pur non essendo obbligatorio, può davvero rivelarsi quel tocco in più nel soggiorno. In città non mancano le soluzioni low cost e poi trovandosi veramente vicina all’Italia non dovrete neppure restare per lungo tempo in aereo, se è questo il mezzo di trasporto che avete scelto. Pure in merito al vettore non spenderete tantissimo, perché le compagnie a basso costo che arrivano qui sono più di una, a cominciare proprio di Ryanair.
Curiosità su Le Chateau D’If
Questa fortezza ha qualcosa di mitico, a prescindere dalla sua reale storia. La costruzione è iniziata nel 1527 e a causa del maltempo i lavori procedettero a rilento. Tanto che non si sa per la precisione, quando terminarono. Probabilmente in soli due anni comunque. La posizione è strategica e importante, visto che si trova al centro del golfo, sulle principali rotte di navigazione del periodo. Non è escluso che facesse parte di un progetto più ampio che mirava a controllare in toto le coste provenzali. Il re doveva certamente essere interessato ad un tipo di iniziativa di tale tipo. All’interno i primi prigionieri arrivarono nel 1540 e furono due pescatori di Marsiglia, mentre gli ultimi risalgono invece al 1914. Eppure i detenuti più famosi sono legati alla finzione letteraria: Edmont Dantès e l’abate Faria.
La prigione è divisa in due piani principali. Ci sono le celle del piano terra che non avevano finestre e in scarse condizioni igieniche e quelle del primo piano. In quelle appena descritte la vita era tanto dura, che non si restava in vita per più di nove mesi. Le seconde, invece, erano accessibili pagando una quota mensile, una sorta di affitto ed erano spaziose, con le finestre e il camino.