C’era una volta il Giappone, anzi per fortuna c’è ancora adesso, sopravvissuto lo scorso anno ad un catastrofico terremoto che si è ripresentato qualche giorno fa, ma più lieve. La paura serpeggia ancora, soprattutto nell’area di Tokio, ma le tradizioni, le credenze, le storie e le leggende non spariscono per fortuna.
L’uovo d’oro è un racconto tipico e molto famoso in Giappone che noi vi riportiamo:
C’erano una volta un vecchio e una vecchia che vivevano in una casa in mezzo alle montagne. Entrambi avevano i capelli bianchi come la neve. Un giorno il vecchio andò sui monti in cerca di bacche; giunto su un campo vide qualcosa che emanava un forte bagliore.
“Oh cosa sarà mai?” si chiese meravigliato. Prese l’oggetto in mano e si rese conto che era un uovo d’oro. Tornò corsa a casa; chiamò la moglie che stava accendendo il fuoco e disse
“Guarda,ho trovato una cosa molto preziosa”. E le mostrò l’uovo d’oro.
“Sicuramente è un regalo del Cielo!” commentò la vecchia.
“Si, giusto! E’ così!” concordò il vecchio. Mentre i due continuavano a discutere sull’uovo, il fuoco sprigionò un gran calore e il vecchio e la vecchia si addormentarono. L’uovo lo posarono a terra accanto al fuoco. Si fece notte. Tutto ad un tratto si sentì una specie di crepitio o gracidio. Forse era il verso di un uccello di montagna. Ma quanto tempo era passato? Improvvisamente si udì un leggero pianto, e il vecchio e la vecchia aprirono gli occhi.
“Sembra il pianto di un neonato!” disse la vecchia.
“La nostra casa è l’unica in mezzo a tanti monti. Da dove può arrivare un neonato?” ribatté il marito.
“Guarda,il bimbo è qua da noi!” gridò la moglie eccitata. Vicino al focolare c’era infatti un piccolo che agitava freneticamente le gambette e le braccine.
“Non posso credere ai miei occhi. E’ proprio un neonato!” disse il vecchio esterrefatto. Accanto al piccolo c’era il guscio dell’uovo d’oro rotto in due. La vecchia prese il neonato in braccio.
“Nonnino, questo è veramente un dono di Dio!” esclamò.
L¹’indomani il vecchio tornò a casa con frutta e verdura, diedero da mangiare al bimbo e lo tirarono su come fosse loro figlio. Il piccolo crebbe con una straordinaria velocità e si fece un bel bambino. Di notte, quando il vecchio e la vecchia dormivano, il bimbo usava sempre alzarsi di nascosto, andare sui monti e raccogliere legna da ardere e bacche.
“Sei un figlio di Dio, non devi fare tutto questo” gli dicevano il vecchio e la vecchia, ma lui non li ascoltava.
Un giorno il bambino andò come sempre sui monti e il vecchio e la vecchia ne approfittarono per parlare tra loro
“Cosa faremo del piccolo, noi siamo così anziani. Se ci succede qualcosa, rimarrà solo come un cane” rifletterono a lungo ma, per quanto si scervellassero, non trovarono una soluzione. Nel frattempo il bimbo tornò dai monti
“Di cosa stavate parlando? Avete un’aria così preoccupata” chiese il piccolo.
“Oh, sei già a casa! Beh in realtà parlavamo di te. Vedi, noi siamo vecchi, se ci succede qualcosa, rimarrai solo. E’ questo che ci preoccupa.” rispose il vecchio.
“Ma è una mia preoccupazione. E poiché mi avete dato tutto il vostro amore, ora voglio ricambiarvi. Vi farò ritornare giovani!” disse il piccolo e portò ad entrambi un paio di sandali di paglia.
“Ora mettetevi questi sandali e battete tre volte i piedi sul tavolato in legno” ordinò loro.
La vecchia e il vecchio obbedirono, si misero i sandali e batterono tre volte i piedi sul tavolato in legno. Non appena l’ebbero fatto, si trasformarono in due giovani e nessuno avrebbe mai detto che un attimo prima erano solo un vecchio e una vecchia.