180 chilometri per venti, dove sono presenti 50 vette sopra i 5.800 metri e una serie di ghiacciai: insomma la più alta catena del globo in zone tropicali. Questa è la Cordillera Blanca peruviana, dedicata non solo agli alpinisti provetti ma a tutti coloro che amano l’avventura, i viaggi fuori dai grandi flussi turistici e i panorami da togliere il fiato. Per giungere in Perù, si deve scegliere una compagnia aerea che copra la tratta fino a Lima, la sua capitale, come la Tam Airlines, l’American Airlines e l’Iberia. Per entrare nel Paese gli italiani non devono avere il visto per un viaggio di non più di novanta giorni, ma soltanto il passaporto valido per almeno sei mesi dalla data della partenza. Arrivati sull’aereo, devono compilare come avviene per molte altre mete limitrofe, una carta turistica in duplice copia che viene consegnata ai funzionari dell’immigrazione e l’altra si restituisce al momento di tornare in patria.
Nella zona della Cordillera, si possono organizzare dei tour molto interessanti, partendo magari dalle Rovine di Chavin de Huantar. Si tratta di un sito archeologico che sorge proprio sulla Cordillera occidentale e conserva importanti testimonianze di un notevole complesso templare. Quando si arriva in questo luogo, probabilmente il viaggiatore avrà già fatto un giro per Lima, che ospita un terzo della popolazione nazionale, più di otto milioni di abitanti. Si trova nella valle scavata dal fiume Rimac lungo l’Oceano Pacifico e vi è stato costruito l’aeroporto Jorhe Chavez.
Huaraz, invece, domina l’altopiano de Huaylas a 3.091 metri e, di solito, è il punto di ritrovo dal quale partono tutte le escursioni sulla Cordillera Blanca. La Lagunas Llanganuco, infine, è costituita da due parti: la prima è la Chinancocha, la laguna femminile e la seconda, che sorge più in alto, è la Orconcocha, quella maschile. Per recarsi nella zona non è richiesta alcuna vaccinazione, tranne che per l’Amazzonia, dove è consigliata la profilassi antimalarica e il vaccino contro la febbre gialla.