Il turismo italiano potrebbe incontrare conseguenze negative per via delle tasse di soggiorno troppo alte? A quanto pare le nostre sono tra le più alte di Europa.
Turismo e tassa di soggiorno
Se dovessimo dare una risposta sarebbe positiva. Ma non perché è il turismo internazionale a risentirne, quanto quello autoctono. Le tasse di soggiorno troppo alte infatti bloccano gli italiani nel muoversi. Immaginate di prenotare un albergo e trovare il prezzo maggiorato di dieci euro per questo particolare gabello.
Non che così alto sia giusto per i turisti che vengono dall’estero. Ma in qualche modo si può comprendere per quale motivo venga richiesto, soprattutto per far fronte a manutenzione straordinaria che talvolta si rende necessaria. Differente, almeno a livello teorico, viene percepita quando il turismo è legato a flussi di persone che risiedono nella penisola.
Dobbiamo sottolinearlo, anche per quel che riguarda il turismo fuori dall’Italia, la tendenza è la stessa. Tutti puntano alla tassazione del turista che, per godere delle attrattive della destinazione, non si pone il problema di questa maggiorazione.
Le tasse di soggiorno sono nate nel 2011 per sostenere il finanziamento degli interventi ovviamente in materia di turismo, ma anche quelli legati alla manutenzione, usufrutto e recupero dei beni culturali nonché dei servizi pubblici locali. E se ormai 13 anni fa erano solo 13 i comuni che chiedevano questo balzello, ora siamo arrivati a 1011 senza contare le province autonome di Bolzano e Trento.
Manutenzione sì ma giusta la quota?
I dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno raccontano per il 2023 di un gettito di 702 milioni di euro nel 2023. Un aumento del 9,5% rispetto all’anno precedente. E si stima di superare gli 800 milioni di euro nel corso di questo anno. Questa imposta, lo sottolineiamo, varia di Comune in Comune. E si basa su parametri diversi. Ci sono comuni che mettono una quota fissa differenziata in base alla struttura e chi indica una quota in base al costo della camera. Ma vi sono anche comuni che stabiliscono una quota unica.
Tra l’altro nel 2023 è stato dato il via libera agli aumenti fino a un massimo di 10 euro. Esattamente la cifra che si paga se si vuole pernottare a Roma in un cinque stelle. Di media la tassa di soggiorno in questo caso è pari a 5,50 euro. Lo scorso anno era di 3,70 euro.
A Firenze è stato stabilito un tetto massimo di 8 euro. A Venezia è pari a 5 euro ma dal 25 aprile verrà richiesto anche il contributo fisso di 5 euro per i visitatori giornalieri. La domanda sorge spontanea: va bene il guadagno, ma così supportiamo davvero il turismo?