La Turchia è nota pure per le danze, le musiche e gli strumenti locali, che tanto attirano l’attenzione dei turisti. In particolare è la coreografica danza del ventre a fare impazzire chi giunge in viaggio da queste parti. Per esere delle brave ballerine delle specialità artistiche orientali, è necessario possedere uno straordinario controllo muscolare, movenze lente e sensuali e ancheggiamenti. Senza contare le braccia che seguono il ritmo e ipnotizzano lo spettatore. Incredibili gli abiti, a volte anche molto costosi, finemente decorati e carichi di colori. Lo stesso vale per gli accessori, collane e orecchini, senza contare che a volte le danzatrici utilizzano veli, bastoni, spade e quant’altro possano davvero entusiasmare coloro che osservano, vantando una bravura come poche altre al mondo.
La musica, poi, è radicata nella storia e nelle usanze popolari, influenzata nel corso del tempo anche dagli ottomani, dai canti mistici sufi e dalle melodie popolari dell’Asia centrale, senza contare i più moderni jazz e pop. Ne è nato un mix che vede insieme i dervisci rotanti, i ballerini locali, le danzatrici orientali, le orchestre mehter e le melodie dei musicisti zurna, molto commoventi. Gli strumenti classici turchi, invece, si possono classificare in tre gruppi principali. Ci sono quelli a corde come il saz e l’ud, quelli a fiato come il kaval e il ney e tra le percussioni il davul e il darbuka.
La musica sufi utilizza il suono del ney, dell’ud e del kanun per interpretare brani non religiosi e accompagnare poesie recitate da un coro. I danzatori ruotano su se stessi e raggiungono uno stato di trance. L’arabesk e la musica pop, sono seguitissimi in Turchia e interpretati da personaggi che vengono quasi venerati, mentre la musica Fasil, è considerata semiclassica e viene suonata in sale da concerto. A volte è accostabile a sonorità zingare. Il Kiliç Kalkan, infine, detta anche danza dei cucchiai della regione del Mar Nero, si balla al ritmo di due cucchiai di legno.