La Sicilia occidentale ha tanto da raccontare al visitatore. In qualunque periodo dell’anno. E’ più selvaggia e ricca di passato di altre zone della Trinacria e tra le sue perle, sempre più amata e visitata è la piccola Mozia. Una vera attrazione che si trova sull’isola di Pantaleo, che ospita il sito dell’antico insediamento fenicio-punico. Quest’anno l’affascinante location è stata usata da Mika, durante i provini di X Factor ed, in generale, soprattutto d’estate pochi turisti tra quelli che si trovano in zona, vogliono rinunciare al piacere di scoprirla. E’ piuttosto contenuta e si potrebbe girare in un’ora, tuttavia è piacevole trascorrervi una intera giornata, magari portandosi il pranzo a sacco e prendendo uno spuntino nell’unico bar presente.
Mozia è tra i più antichi siti siciliani e si raggiunge con la barca in pochi minuti. Le sue rovine sono uniche nel loro genere e occupano l’intero perimetro. Per accedervi si paga un biglietto di ingresso, dalle 9:15 alle 18:30 di 9 euro ogni giorno. Per acquistarlo basta attraversare il sentiero che sale fino alla casa di Joseph Whitaker. Un tempo era una abitazione privata, oggi ospita un interessante museo con rovine storiche. All’interno restano comunque gli arredi in stile edoardiano e per chi vuole consumare un pasto, proprio in questa zona c’è un’area pic-nic attrezzata.
L’esposizione permanente mostra una grande collezione di gioielli, punte di frecce, figure in terracotta e manufatti domestici. I pezzi più antichi risalgono all’VII secolo. Famoso è il Giovinetto di Mozia, che riprende una ragazzo in posa sensuale, ma non se ne conosce l’identità. Sicuramente doveva trattarsi di un ufficiale di alto rango, come mostrano i monili intorno al collo.
Il tour all’esterno può iniziare dalla Casa dei Mosaici, una casa greca che poggia su fondamenta fenicie. Comprende due abitazioni con mosaici pavimentali in bianco e nero tutt’ora sbiaditi. La prima forse apparteneva a un patrizio e ci sono dei disegni di animali, l’altra probabilmente era di un artigiano e ci sono dei frammenti di vasi. Successivamente proseguendo lungo la strada, si incontra il cothon, un bacino di carenaggio artificiale realizzato entro le mura della città antica. Somiglia ad uno simile ma più grande che si trova a Cartagine.
Si ritorna dunque al museo e da qui partono vari sentieri che un tempo dovevano rappresentare varie stradine. La porta nord, ora è un cumulo di gradini e muri distrutti ma nel VI secolo a.C, doveva apparire in modo del tutto diverso ai Fenici. A sinistra si incontra la necropoli del Tophet e quasi tutte le informazioni che gli esperti hanno su Mozia e sulla vita che qui si conducevano, provengono proprio da tale zona. Un sito curioso non tanto distante dalla porta, si chiama Cappiddazzu, nel quale restano le fondamenta di un grande edificio, forse un tempio, mentre intorno si estende un quartiere industriale punico, dove si produceva vasellame e ceramiche. Qui sarebbe stata creata la famosa statua marmorea, che forse fu nascosta dagli abitanti dell’isola quando i greci invasero il tratto di terraferma. Se soggiornate tra Marsala e Trapani, insomma, dedicate una giornata a questa piacevole escursione.
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