Quando si torna a casa da un viaggio, l’esperienza resta nel cuore e arricchisce. Si finisce, dunque, per raccontare e raccontarsi ancora dei luoghi scoperti, ma ci sono posti circondati da una strana magia. Che sia di natura storica o religiosa, spesso, non è neppure dato saperlo. E nemmeno è importante forse. Come nel caso di Israele, dove le location speciali sono innumerevoli, a cominciare dal Getsemani, con l’Orto degli Ulivi. Ecco perché ci sono emozioni che vanno raccontate in prima persona, per rivivere un magico incontro, un bagaglio che resta nell’animo, un carico di suggestioni che si provano ad esprimere, ma che mai renderanno davvero l’idea di cosa si è provato.
Il racconto della scoperta del Getsemani
Il tour in Israele è iniziato da giorni, ma questo è certamente il momento clou. Arriviamo in uno dei luoghi più suggestivi di Gerusalemme, il Monte degli Ulivi da dove Gesù ascese al cielo e dove Egli amava venire con i suoi discepoli per meditare e pregare. Qui sorge la cappella dell’Ascensione che racchiude la pietra sulla quale pare che il Signore abbia impresso le orme dei suoi piedi. Ha forma ottagonale e oggi è sormontata da una piccola cupola. Ed ecco il Getsemani, che vuol dire proprio “pressoio per olio”, l’Orto degli Ulivi, senza dubbio uno dei luoghi santi che più commuovono; in venti secoli il suo aspetto non è cambiato. L’ Orto custodisce ancora ben otto olivi secolari, forse del tempo stesso di Gesù, dai tronchi enormi che raggiungono dai sei agli undici metri di circonferenza.
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