I misteri che circondano i monumenti megalitici sono molti e Stonehenge ne racchiude gran parte. Cinta da un enigma affascinante è questa iscrizione sotto il cerchio di pietre di Stonehenge presente su un libro custodito nella Biblioteca del Collegio del Corpus Christi a Cambridge:
Stonehenge, presso Amersbury in Inghilterra. Nel 483 A.D. il Mago Merlino
trasportò la danza dei Giganti dall’Inghilterra a Stonehenge
Che cosa si intende per “danza dei Giganti”? Nell’Europa del Medio Evo i dolmen, i menhir erano denominati “pietre delle fate”, “pietre vacillanti” o “pietre che girano”. Molto probabilmente, come chi scrisse il manoscritto conservato nella Biblioteca del Collegio del Corpus Christi a Cambridge, anche Olaus Magnus, l’arcivescovo di Uppsala in Svezia chiamò “danza dei Giganti” gli Stonehenge perché riconosceva in essi dei colossi o Giganti tramutati in roccia dal Mago Merlino nel corso di una danza oscura.
Costruito all’incirca 3200 A.C , il complesso megalitico di Stonehenge è situato nella pianura di Salisbury, in Gran Bretagna. Di forma circolare e del diametro di qualche decina di metri, il complesso degli Stonehenge (dove, disposte in forma circolare, si possono vedere anche delle fosse nel terreno) è formato da molteplici anelli di pietre alte e strette, di cui talune sormontate da lastre di pietra.
Secondo gli archeologi il complesso è stato concepito non esclusivamente come un luogo di culto religioso, ma anche come uno smisurato lunario. Questa tesi viene confermata dal fatto che la quantità di pietre e di cavità appare essere collegato all’astronomia. Molti sono i riferimenti al Sole e alla Luna, al giorno e alla notte, ai solstizi che fanno ritenere che il monumento di Stonehenge non sia stato costruito in modo involontario. Nel giorno del solstizio d’estate (quando il Sole sorge più a nord rispetto agli altri giorni dell’anno), ad esempio, si può vedere spuntare il Sole al di sopra circa di una pietra detta “Heel Stone“, che è situata lungo l’asse del complesso.