I cosiddetti sapori arabi, a Istanbul, non si esauriscono con i gustosi e speziati cibi, ma per rilassarsi e non pensare a niente, sia che fuori il tempo sia meraviglioso oppure nuvoloso, ci si può rifugiare in uno dei tanti locali di ristoro, come il Giardino da tè di Erenler. Sorge in città, tra il gran Bazar e Sultanahmet ed accanto al complesso tombale di Ali Pasha. Pieno di gente del luogo e questo già è un buon segno che fa capire che il servizio è buono, è ricco di divani dove ci si può sedere gustando magari un caffè nero o provando il noto narghilè, vero must non soltanto della Turchia. In alternativa, si può fumare la pipa ad acqua come in moltissimi altri bar o provare del gustoso tè alla menta, parecchio rinfrescante. Il locale si affaccia su di un antico cortile e da qui si possono scorgere il kahve, il caffè ottomano e gli immancabili punti vendita di tappeti fatti a mano, oltre che di artigianato e souvenir.
Il tè turco, che non è affatto buono dovunque, viene detto anche cai, ed è una bevanda tradizionale bollente. E’ servita nel classico bicchierino a forma di tulipano, qualche volta, arricchito di decorazioni tipiche o di colori sgargianti. Chiaramente, neppure il turista più sonnolento e non amante dei monumenti, sceglie di fermarsi qui e di non portare a casa il ricordo di quello che è fino in fondo questa città. Quello che si coglie all’interno dei locali da tè, però, è un pò il modo di vivere di coloro che, di generazione in generazione, hanno abitato questo luogo e ne hanno fatto la storia e, quando si viaggia, conoscere questo aspetto è molto importante.
I mercanti qui sono molto gentili e spesso ad acquisto ultimato, vogliono offrire del tè e quasi sempre si sforzano anche di pronunciare qualche parola in italiano. Di solito, Istanbul, è abbastanza tranquilla e ci si può addentrare nel centro storico senza correre alcun pericolo. Come in tutte le grandi capitali e, del resto, nel mondo intero, però, l’attenzione ai propri effetti personali o anche verso se stessi, non è mai troppa, quindi meglio evitare di dare nell’occhio o sfoggiare monili troppo costosi o appariscenti.
foto: il vergante