La pietra leccese è una roccia calcarea tipica della regione salentina, nota soprattutto per la facilità di lavorazione. Pensate che la pietra leccese ha la stessa lavorabilità del legno, il tema della plasmabilità e della facilità di lavorazione è il motivo per il quale molti si soffermano a ricordare la pietra leccese. Si ricava dal sottosuolo in enormi cave a cielo aperto, nel Salento, in particolare nei comuni di Lecce, Corigliano d’Otranto, Melpignano, Cursi e Maglie. Ricavata sotto forma di parallelepipedi, la pietra leccese ha la caratteristica, una volta estratta, di aumentare la durezza e la resistenza, la solidità quindi cresce nel corso del tempo.
Di colore giallo paglierino, è composta in gran parte da carbonato di calcio, carbonato di magnesio, argilla e sabbia. Diverse sono le sfumature di colore che può assumere, vanno dal bianco all’ambrato. Oggettistica, bomboniere, con la pietra leccese si costruisce di tutto, chiese, palazzi e monumenti, tra cui la Basilica di Santa Croce, una chiesa sita nel centro storico di Lecce che e, insieme all’attiguo ex Convento dei Celestini, costituisce uno dei maggiori complessi architettonici barocchi della città. Col tempo, la pietra leccese ha ottenuto un riconoscimento artistico, diventato famoso in ambito internazionale, tanto da farne uno degli oggetti più richiesti anche all’estero non solo per la realizzazione di oggesttistica, ma anche per la realizzazione di palazzi e ville.
E ancora: di pietra leccese sono tutti i centri storici del Salento, edificati prima dell’avvento del cemento e dei mattoni forati. La lavorazione avviene ancora quasi interamente a mano con metodologie tramandate da generazioni utilizzando scalpello, sega, pialla e raspa. Nelle scuole spesso durante le ore di educazione artistica si dedica del tempo alla lavorazione della pietra, per poi organizzare a fine anno delle mostre per questa pietra unica al mondo, che con la sua bellezza, si è guadagnata la fama e il riconoscimento artistico internazionale.