Nell’incantevole borgo medioevale di Compiano, situato in provincia di Parma, si trova un museo unico nel suo genere dedicato ad un capitolo della storia degli italiani affascinante e sconosciuto, quella degli “Orsanti“. Qui, in piena Val di Taro, nonostante le nobili origini legate a uno splendido castello, tuttora visitabile, che fu dei Malaspina e poi dei Visconti, un tempo non c’era altra scelta se non restare a far vita grama o emigrare e tentare la sorte in altre contrade. Cominciò così, per necessità, l’avventura degli Orsanti, che ancora non sapevano che sarebbero stati chiamati con questo strano nome. Chi erano gli “Orsanti“? E cosa contiene il museo a loro dedicato?
Gli Orsanti cominciarono come poveri emigranti, vendendo i propri averi, varcarono le Alpi e vagarono per tutta Europa con i loro carriaggi e il loro bestiario. Girovaghi, mercanti ambulanti, “domatori” di belve ed espositori di animali (quasi sempre orsi, scimmie, cani,uccelli e cammelli), suonatori di organetti di Barberia, saltimbanchi, seguiti da un piccolo esercito di compagni, donne, servitori e bambini, che venivano affidati loro, in cambio di qualche soldo, dalle famiglie poverissime. Arrivarono in Francia e in Gran Bretagna, ma soprattutto in Germania, Scandinavia, nell’Est europeo, in Russia e in Turchia. Le piazze sporche e innevate di mille paesi accolsero questi “magnifici vagabondi”, incapaci di fermarsi nello stesso luogo ventiquattrore di seguito.
Il Museo degli Orsanti è situato nella chiesa sconsacrata di San Rocco e raccoglie testimonianze della loro vita e del loro girovagare, partendo dal borgo di Compiano e dalle terre dell’Appennino parmense, per portare in giro i propri spettacoli per guadagnare da vivere per sé e le proprie famiglie. L’atmosfera è sognante, quasi cinematografica: tra i cimeli, infatti, ci sono grandi orsi di cartapesta, insoliti strumenti musicali, costumi di scena, stampe d’epoca, documenti e oggetti di vita quotidiana. Affascinante da visitare anche il borgo di Compiano, che, non a caso, dal 2002 è entrato a far parte dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia.
Foto Museo Orsanti