Non è ancora la stagione perfetta per recarsi alle Maldive, tuttavia nulla vieta di sceglierla come meta per le prossime vacanze invernali e, quindi, nel frattempo che si mettono i soldi da parte è utile apprendere qualche piccolo consiglio. Chi parte alla volta di questo luogo meraviglioso e tropicale per osservare la fauna marina, non può non praticare almeno lo snorkeling, cioè armarsi di maschera, pinne e boccaglio e immergersi a pelo d’acqua. Sembra strano ma già questo tipo di immersione è sufficiente a scoprire un mondo fantastico, celato agli occhi degli umani che vivono sulla terraferma. I periodi migliori per visitare le sue spiagge bianche e la barriera corallina, comunque, vanno da dicembre ad aprile, quando le isole appaiono perfette come se si trattasse di una cartolina naturale.
Di solito le lingue di sabbia di tale arcipelago sono circondate da una laguna sabbiosa con un fondale corallino, detto faru, una cintura di corallo ed acque relativamente calde e poco profonde. Ai margini di quest’area cominciano a giungere tratti di mare via via più profondi e si tratta proprio del punto più adatto per praticare lo snorkeling. Quest’ultimo non è costoso, perchè il noleggio o l’acquisto dell’attrezzatura è veramente relativo e occorre soltanto saper nuotare. La flora marina comincia a variare metro dopo metro e si possono notare scogliere, terrazze e grotte particolarmente suggestive ed emozionanti, soprattutto se non si è ancora abituati a tale immenso spettacolo naturale.
I resort da preferire, anche se più costosi, sono quelli con un accesso diretto alla barriera corallina, dove per spostarsi occorrono almeno le scarpe in grado di proteggere i piedi da eventuali e probabili tagli. In ogni caso, per qualunque tipo di immersione, ecco i sei luoghi da non perdersi:
- Maaya Thila, Atollo di Ari;
- Shipyard, Atollo di Lhaviyani;
- Embudhoo Express, Atollo di South Malè;
- Kuda Kandu, Atollo di Addu;
- Rasdhoo Madivaru, Atollo di Rasdhoo;
- House Reef dell’isola di Fesdhoo, Atollo di Ari.
Fonte: guida Maldive (si ringrazia la casa editrice EDT/Lonely Planet)