Paesaggi mozzafiato dove il deserto si incontra con il mare e la solarità del popolo e la particolarità dei piatti, dall’impronta nomade, restano nel cuore per lungo tempo. A livello gastronomico, oggi la Libia è ancora molto legata alle usanze berbere che propongono piatti dalla cottura particolarmente lenta e nella stessa pentola, detta tajine, vengono inseriti più cibi come carni, verdure e cereali. In alcuni casi sovrappongono due recipienti per delle cotture differenti, come avviene ad esempio nel caso del cous cous preparato in modo leggermente diverso e di gran lunga più piccante rispetto agli altri Paesi del Nord Africa. Viene, inoltre, utilizzata una qualità differente di peperoncino che oltre ad essere piuttosto forte, regala al cibo una interessante gradazione arancio. Tale prodotto viene pure venduto nei souq a pochi centesimi e si può gustare freschissimo.
Una delle pietanze da non perdersi è certamente la tipica zuppa preparata a base di verdure di stagione, montone e qualche volta pasta che, come è facile prevedere, ha lontane radici italiane. Si, perchè il Belpaese ha colonizzato tale Terra, lasciando qualche tradizione tutt’ora molto rispettata, come questa. Perciò, a differenza di qualunque altro luogo del continente africano, qui si possono scegliere varietà di pasta non solo corta ma anche lunga e non è raro trovare gli spaghetti o preparati ibridi come il rishtit kas kas. Si tratta di tagliatelle fresche realizzate interamente a mano e condite con una salsa piccante di ceci.
Buono anche il f’taat, frittelle sottili in salsa piccante con carne e uova sode e lo m’baton, a base di verdure con carne e fritte.Tra le salse ritornano, come in molte città africane la crema di ceci, humus, la salsa di semi di sesamo, aglio e olio, thina, la salsa speziata all’aglio, dakka. Va fortissimo il kebab condito con salsa piccante, il pollo arrosto e i calamari ripieni.
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