E’ un progetto praticamente unico in Italia che conquista, anno dopo anno, giovani e meno giovani ed, inoltre, sta da qualche tempo incrementando il turismo in Basilicata, con la relativa crescita economica proveniente da questo settore. Ancora, almeno venti ragazzi hanno trovato una nuova occupazione, nonostante la struttura sia aperta soltanto per quattro mesi all’anno. Si chiama “Il Volo dell’angelo“, l’emozionante esperienza dedicata agli intrepidi che vogliono provare la sensazione di spostarsi per circa un minuto e mezzo, a notevole altezza, sorretti soltanto da un cavo di acciaio. All’inizio questa forma di divertimento, è stata molto contrastata, soprattutto dagli ambientalisti che non vedevano di buon occhio la possibilità che fili e tiranti potessero trovarsi al centro di panorami spettacolari nelle Dolomiti Lucane e deturpare così l’ambiente. Tuttavia l’iniziativa è stata subito molto apprezzata e, quindi, l’iniziativa va avanti con entusiasmo.
Questa quarta stagione sembra avere tutte le carte in regola per far lievitare, ulteriormente, le prenotazioni. In questo modo, oltre a vivere una esperienza certamente indimenticabile, i visitatori potranno apprezzare la montagna lucana e scoprire le particolarità di zone non troppo pubblicizzate, eppure bellissime. Nella regione, infatti, sono presenti cime maestose e per gran parte dell’anno innevate, l’unico problema è legato al fatto che gli impianti sciistici non possono competere con quelli abruzzesi o, ancora meglio, del Nord.
Il percorso lungo il quale si effettua il “Volo” è di 1.420 metri, per una altezza massima di 400 metri. Considerato che gli impianti sulle Dolomiti Lucane sono i più alti del mondo, con pochi altri esemplari in Europa, sarà facile cmprendere il grosso potenziale che nascondono a livello turistico. In questo senso, va fortissimo la Francia dove tale sport viene detto “Fantasticable” , ma in Italia si può addirittura salire su due linee differenti il cui dislivello è di 118 e di 130 metri. La prima è detta di San Martino e parte da Pietrapertosa per arrivare a Castelmezzano. L’altra, Peschiere, percorre la strada al contrario.
foto di: mondinuovi