Chi ama mangiare e nello stesso tempo ha grande esperienza di viaggi, nonchè una età non più adolescenziale, sa bene che fino agli anni Ottanta circa, la cucina danese piaceva ai turisti soprattutto perchè era la migliore se paragonata a quelle del resto della Scandinavia. Tuttavia la scelta tra le pietanze non era poi infinita e, per la verità, neppure estremamente varia e, anzi, a spezzare la monotonia a tavola nel gusto dei cibi era quell’influenza tedesca, in grado di fornire un minimo di carattere in più. Le cose sono nettamente cambiate con l’arrivo della Cucina Fusion e, soprattutto in Danimarca e in Svezia, pure delle pregnanti contaminazioni provenienti direttamente dalla gastronomia europea. Principalmente le ricette sono qua e là, riprese dalla tradizione francese innanzitutto e poi anche italiana e spagnola.
Tre nazioni conosciute per la cucina saporita, con influenze scandinave e anche orientali: un mix giusto che oggi sta cominciando ad appassionare anche i palati più difficili. Tra i prodotti presenti maggiormente presenti sulle tavole troviamo le aringhe, le sogliole, la pasta, l’olio d’oliva e i pomodori secchi, il chili, il miele e il curry. Le spezie comunque abbondano ed elencarle sarebbe troppo lungo. Una tendenza che, come sempre capita in questi casi, ha portato a degli eccessi che oggi i nuovi chef post rivoluzione culinaria, stanno cercando in tutti i modi di far rientrare.
Il nuovo must del Paese è quindi, si alle influenze straniere in cucina, ma a patto che siano ben integrate con i sapori tipici locali. Ecco quindi, che anche in Danimarca la vecchia “Cucina della nonna” è stata rispolverata, con ingredienti vecchi ma reinventari e adattati alla moderna società e ai gusti che, via via, si sono formati tra i giovani e meno giovani. Copenhagen, in questo senso, diventa capitale anche in merito a ristoranti, tendenze dietro ai fornelli, piatti da provare e unioni da gettare in pentola alla ricerca di un vecchio-nuovo piatto che faccia la differenza.
foto di:viaggiatorelowcost