Un itinerario nei Campi Flegrei, ossia in quella vasta fascia costiera che si estende a Nord- Ovest di Napoli, un’area vulcanica attiva in continua evoluzione estesa per circa duecento chilometri quadrati, circa metà dei quali racchiusi in un parco regionale dal 2003. Colonia ellenica tra le più antiche, terra di otium per i patrizi e gli imperatori romani, meta irrinunciabile per i nobili ed eruditi viaggiatori del Grand Tour…«La regione più meravigliosa del mondo, sotto il cielo più puro, il terreno più infido». Così descriveva Goethe, nel 1787, questa zona. «È la contrada dell’universo dove i vulcani, la storia e la poesia hanno lasciato più tracce», scriveva Madame de Staël. A Pozzuoli, sorta sul luogo della greca Dicearchia, la città del giusto governo, ci attendono i resti dello stadio edificato da Antonino Pio, quelli dell’Anfiteatro Flavio e del tempio di Serapide, che in realtà è l’antico mercato pubblico della città di età romana, Puteoli, e che oggi si presenta invaso dalle acque per effetto del bradisismo. Tra le fumarole d’anidride solforosa e i getti d’acqua e di fango bollente della Solfatara, vulcano in stato di quiescenza, Slow Food propone un originale corso di cucina geotermica, per imparare a cuocere le pietanze al calore dei soffioni di vapore. Poco distante da questo luogo bianco e surreale ce n’è uno verdissimo e misterioso, ricco di rimandi mitologici: il lago d’Averno, nato in un cratere spento. Un tempo era avvolto in una fitta nebbia di esalazioni sulfuree che continuavano a salire dalle sue acque ed è perciò che prima Omero e poi Virgilio lo identificarono come l’ingresso all’Ade. Sulle sue sponde ci sono il vigneto Mirabella, uno dei più antichi della zona, e la grotta della Sibilla, che secondo la leggenda, però, aveva la sua casa più famosa nell’acropoli di Cuma, in quell’antro dall’originale sagoma trapezoidale dove la sacerdotessa di Apollo pronunciava i suoi enigmatici vaticini. Con un’immersione subacquea o facendo snorkeling possiamo scoprire anche i tesori del parco archeologico sommerso di Baia: ville e terme, strade e porti, giardini e opere d’arte sopravvissuti sotto il mare, nella quiete delle profondità.