Il mare, si sa, conserva moltissimi segreti: storie e vite cancellate in pochi attimi dalla sua furia o dall’inesperienza umana. Nonostante sembri calmo e invitante, a volte può trasformarsi portando con sè tutto quello che vi si trova intorno.Per questo l’oceano è uno dei più grandi cimiteri a livello archeologico del mondo, visto che nelle sue profondità si possono trovare resti di oggetti risalenti praticamente a qualunque periodo della vita sulla Terra. Tra i suoi “tesori”, particolarmente suggestivi ma anche inquetanti sono i relitti, presenti a decine in ogni sua parte. Tuttavia per gli amanti dell’avventura e delle immersioni, esistono quattro luoghi da non perdere e si trovano in Sudan, Tasmania, Bahamas e nella italianissima isola di Levanzo.
Dai Caraibi all’Australia, quindi, ci si può allontanare dalla folla e dai classici percorsi turistici per avventurarsi alla ricerca di leggendarie navi magari sognando improbabili tesori custoditi nel loro cuore. Il Sudan, a tal proposito, con il suo Mar Rosso, non è troppo frequentato e presenta un piacevole clima tropicale, con una temperatura delle acque che non supera i 27 gradi. Qui si trova il particolare relitto dell’Umbria, un mercantile italiano autoaffondatosi nel lontao 10 giugno del 1940. Si trova a circa quaranta metri di profondità sul Wingate reef, al largo di Port Sudan. L’SS Nord, in Tasmania è uno dei siti più intatti a riguardo e su un fondale di quarantadue metri, vicino a Cape Pillar, è possibile scorgere una nave ormai popolata stabilmente da diverse specie marine. Tuttavia in questa zona sono perennemente in corso delle forti correnti che sconsigliano l’immersione a i non esperti.
Alle Bahamas, invece, si può visitare The’o Wreck il relitto più famoso delle isole caraibiche, che si trova a largo di Freeport, presso l’isola di Gran Bahama. “Riposa” a trenta metri di profondità e, nel 1982 è stato convertito in un reef artificiale.La soprintendenza delle Belle Arti, infine, protegge Cala Ninnola sull’isola di Levanzo dove a trenta metri di profondità giace addirittura un relitto risalente al II secolo a.C, abitato dalla fauna marina e arricchito dalla presenza di cocchi greco-italici.
foto di: subacquea