Si chiamano Ryokan e sono gli alberghi tradizionali del Giappone. Resta sempre meraviglioso conoscere cultura e tradizioni di questo popolo così particolare. In Occidente, siamo abituati a vederli spesso nei film o nei cartoni animati e rappresentano quanto di più tipico possa esserci in loco, oltre a templi e costruzioni. Sono piuttosto antichi, tanto che la loro origine si può fare risalire al XVII secolo e servivano soprattutto ad ospitare i signori feudali nel corso dei loro viaggi attraverso le montagne che non di rado erano piuttosto lunghi. Camminavano lungo campi, montagne e foreste inospitali e, alla fine, giungevano alla capitale Edo, che oggi è Tokyo e qui incontravano la residenza dello Shogun. Trovavano, quindi, in tali strutture riparo per loro e per i cavalli. Potevano riposarsi e gustare un piatto caldo oltre che dormire ed, eventualmente, poi ricominciare a spostarsi. La loro utilità e bellezza, però, li ha fatti resistere nel tempo ed arrivare fino a noi, tanto che non di rado i turisti preferiscono provarli e snobbare i più classici alberghi.
Ancora oggi in Giappone sopravvivono i ryokan a ricordo della tradizionale ospitalità locale, ma risalgono a periodi storici diversi. I più antichi, ad esempio, sono del periodo Edo che va dal 1600 al 1868, mentre altri sono di epoca relativamente moderna. Quelli in cui si può pernottare, quindi, hanno prezzi e servizi variabili che possono essere scelti. Gli elementi sono comunque quelli originali e si rispetta l’architettura precedente. Ecco, quindi, che sono intatti i pavimenti costituiti da tatami, stuoia di paglia di riso di tessuto sulla quale si cammina sempre scalzi, mentre le rifiniture interne sono in legno. Nelle stanze spoglie non ci sono i letti perché i futon per dormire vengono sistemati al momento dell’uso. Per gli Occidentali, quindi, può rappresentare una esperienza davvero differente e per questo particolare, da provare.
Si trova, però, sempre una nicchia, detta tokonoma, per esporre sculture, opere calligrafiche e composizioni floreali. Il bagno è in ogni caso all’esterno della camera e le porte scorrevoli danno sulla loggia. Di solito c’è un giardino interno per la cerimonia del tè, ma il servizio dei ryokan oggi è molto personalizzato. Le stanze, del resto, sono poche e non tutti riescono ad occuparle. Ogni ospite viene affidato ad una cameriera che oltre a servirlo cerca di capirne le esigenze personali in modo che la struttura possa accontentarlo. La cena viene offerta, quasi sempre non dopo le 18:30, ma l’esperienza in ryokan è veramente indimenticabile.
E la cucina? Non ha nulla a che vedere, ovviamente, con quella occidentale ma la qualità è elevata. Persino la mise en place è super curata con ceramiche datate e pregiate. Non di rado, però, si preferiscono pezzi piuttosto “vissuti” o scatole laccate di vecchia data. La cameriera affidata ad ogni ospite gli serve il tè di benvenuto, raccoglie le ordinazioni e lo accompagna nelle stanze per il bagno, termale o meno che sia. Un trattamento che può sembrare eccessivo ma visto che si tratta di ambienti piuttosto piccoli che possono ospitare un numero minuscolo di persone, non è difficile che ciò avvenga.