Tutti conosciamo, almeno per sentito dire, il programma di scambi Erasmus, acronimo di European Community Action Scheme for the Mobility of University Students. E’ nato nel lontano 1987 e promuove la cooperazione europea in otto settori: dall’istruzione scolastica all’istruzione superiore, dalle nuove tecnologie alla formazione degli adulti.
Dal 2004 esiste anche Erasmus Mundus, con l’obiettivo di favorire la mobilità degli insegnanti su scala globale attraverso master professionalizzanti in tutto il mondo.
I corsi già attivi in questo programma di mobilità internazionale per docenti sono ben 103, mentre le istituzioni europee d’istruzione superiore coinvolte sono 269. Si tratta di corsi di aggiornamento, dottorati, master, borse di studio ma anche stage e partnership.
I paesi coinvolti sono un centinaio, considerando quelli che fanno parte dell’Unione Europea, dello Spazio Economico Europeo e della Associazione europea di libero scambio, inclusi Paesi cosiddetti “terzi”. Insomma, stiamo parlando di un programma che mette in moto un vero e proprio circolo virtuoso mondiale della conoscenza.
Ma il coinvolgimento degli insegnanti avrà gli stessi risultati paragonato all’enorme successo del programma Erasmus per gli studenti?
Se prendiamo in considerazione lo stesso periodo di tempo, cioè dal 2004 al 2008, si nota un distacco notevole tra gli oltre seimila studenti che hanno trascorso un periodo di studio all’estero grazie a questa borsa e gli appena mille studiosi che ne hanno beneficiato.
In entrambi i casi, la cifra più consistente di studenti ed insegnanti che hanno accettato questa sfida arriva dall’India, che dal 2004 al 2008 sono stati oltre 1.200, e dalla Cina, che nello stesso lasso di tempo sono stati quasi mille. Molti anche dall’Africa e dal Sudamerica.
Per molti studenti universitari il programma Erasmus rappresenta l’unica occasione per vivere all’estero ed in modo indipendente per la prima volta. Ecco perchè è diventato una sorta di fenomeno culturale, del quale i “ragazzi Erasmus” sono i protagonisti non solo per quanto riguarda la loro formazione, ma anche a sopratutto per la crescita personale ed i rapporti interpersonali.
I progetti Erasmus avviati, infatti, stanno raccogliendo grandissimi consensi anche per le importanti iniziative culturali che fanno da contorno, come mostre, spettacoli, conferenze, feste, ecc. Chi dice che i giovani insegnanti non abbiano le carte in regola per tutto questo?
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