Quando si parla di turismo si ha la tendenza, forse sbagliata, a pensare solo ad alcune città e solo ad alcuni periodi dell’anno. In quelle che potremmo definire chiacchiere da bar, non si tiene conto di una serie di fattori che influiscono notevolmente sulla domanda turistica. Il viaggiatore medio è attirato da alcune mete piuttosto che da altre e questo occorre riconoscerlo. Per comodità si tende a suddividere le mete turistiche più gettonate tra quelle di mare, montagna e le città d’arte. Si collega poi la loro capacità di attirare turisti alla presenza sul territorio di Hotel a 5 stelle, senza tener conto che ad oggi l’offerta alberghiera è molto ampia.
Probabilmente si ha però bisogno di vedere il turismo, soprattutto italiano sotto un altro punto di vista. Il modo di andare in vacanza nel post Covid è cambiato radicalmente, come ci fa notare che Franco Grasso. Ad oggi non c’è destinazione che debba essere snobbata, inoltre con dei piccoli stratagemmi sembra essere possibile veder occupata la propria struttura tutto l’anno. Cerchiamo allora di comprendere come è cambiata e come è possibile influenzare la distribuzione geografia della domanda turistica.
Non solo 3 e 5 stelle
L’offerta alberghiera italiana, non si ferma ai soli hotel a 3 o a 5 stelle. Ad oggi, il mercato, propone una serie di possibilità che potremmo definire quasi infinite. Si pensa ai B&B, ma anche agli affittacamere tanto di moda negli ultimi anni. Infine, proprio di recente, si è sempre più diffusa la moda delle case vacanze.
Sarà la convenienza dei prezzi, oppure la praticità della soluzione, ma rivolgersi a chi affitta un appartamento, piuttosto che agli affittacamere, sembra essere la tendenza attuale di moltissimi viaggiatori. In particolare questo vale per le famiglie e per chi viaggia in gruppo.
Ovviamente, la tendenza ad offrire appartamenti che vengono affittati per brevi periodi ha ampliato la distribuzione geografica della domanda turistica, considerando che tali strutture possono essere trovate ovunque, offrendo alloggi anche in piccoli centri che forse, in precedenza, non venivano presi in considerazione. Insomma, il turismo non è più solo delle grandi città, ma anche dei piccoli borghi che sono finalmente in grado di far vedere la loro bellezza, forse per troppo tempo snobbata.
Il turismo tutto l’anno
Da sempre ci sono periodi in cui il turismo è più florido ed altri in cui, lo è meno. Nel post Covid, probabilmente, gli albergatori e i gestori di strutture ricettive hanno compreso l’importanza di riuscire a coltivare la domanda turistica tutto l’anno e non solo in maniera stagionale. Ci si è resi conto che distribuire i guadagni su 365 giorni, è meglio del ridurre il tutto a pochi mesi.
Questo è stato possibile intervenendo sui prezzi. Alzandoli in alcuni periodi dell’anno e abbassandoli in altri, si è andati ad invogliare le persone a viaggiare anche in mesi che prima sembravano inconsueti. La voglia di trascorrere di tanto in tanto, un week end diverso ha fatto il resto. Ecco che allora non solo è cambiata la distribuzione geografica della domanda turistica, ma anche quella temporale.
Ad oggi si parla di un turismo per tutto l’anno, che si adatta alle esigenze di tutti e soprattutto che spinge in luoghi che in passato erano quasi inesplorati. Un cambiamento dovuto alla ricerca del vacanziere, di posti che non siano affollati, dove poter trascorrere alcuni giorni in maniera tranquilla senza dover, per forza, fare i conti con la folla. Un turismo a misura di uomo adatto anche a chi decide di viaggiare con i mezzi pubblici, per un viaggio quasi inaspettato.