Guerre, pestilenze, dominazioni: eppure Catania, protagonista siciliana non secondaria, è ancora lì, fiera e superba con le sue bellezze e le mille attrazioni diverse. Al suo interno si trovano tantissimi paesaggi diversi che sopravvivono anche al cemento e alle modene costruzioni umane. Ecco quindi il nero delle sue pietre laviche, i caldi raggi del sole che l’avvolgono la sua antica storia divisa tra un passato greco romano e testimonianze barocche. Si chiamava Katane e fu fondata sulle rovine di una borgata sicula da coloni calcidesi nel 729 a.C. Il nome, quindi, deriva proprio al luogo in cui fu fondata, cioè su una collina. Il suo nucleo centrale, costituito dall’acropoli, fu eretto in una zona rialzata e con gli anni sorsero intorno ad essa templi, acquedotti e terme.
Catania fu messa a dura prova dai siracusani nel 415 a.C visto che aveva appoggiato le navi ateniesi e nel 263 a.C fu conquistata dai romani che la trasformarono in una colonia. Divenne ancora più bella sotto l’impero di Augusto e, di questo periodo, è anche il prestigioso anfiteatro. Vive un pò una vita a sè da sempre per via del suo celebre vulcano, l’Etna, che porta morte e distruzione ma anche la vita.
A livello religioso, il suo credo penentra fuori anche dai confini isolani, grazie al culto di Sant’Agata che pare abbia protetto la città dalla distruzione dell’Etna nella devastante eruzione del ‘600. Proprio dalla cattedrale a lei dedicata, si può iniziare il giro della città. Simbolo cittadino è l’elefante a cui è dedicata la fontana che si trova al centro di Piazza Duomo. Creata da Giovan Battista Vaccarini, è formata da un elefante in pietra lavica di epoca romana e da un obelisco egiziano di granito di Syene con geroglifici riguardanti il culto di Iside. Tra sacro e profano, l’elefante regge l’obelisco sormontato da una palla e dalle insegne di Sant’Agata.Da non perdere elementi architettonici legati al barocco come il Palazzo Biscari.