Capo Verde e la gastronomia: il mais è l’elemento base in cucina

 

Cosa mangiare a Capo Verde? Di sicuro non mancano i prodotti alimentari a base di mais che è l’elemento peculiare del luogo. In particolare, è indispensabile tra i fornelli a Santiago e nelle valli e le zone che dalla costa giungono fino alla montagna. Tali posti, ne sono ricoperti, anche se in questo tratto di mondo lo vedrete crescere un po’ ovunque. La vita creola capoverdiana, del resto, è letteralmente segnata, dalla sera alla mattina, dalle attività legate alla coltivazione del grano e alla sua lavorazione e conseguente preparazione.

I bambini hanno un ruolo importante in tale senso. Sin da piccoli, infatti, cacciano con la fionda i rapaci in grado di rovinare il raccolto e i contadini disossano il terreno con la zappa per la semina. Le donne, invece, vi metteranno allegria in ogni momento, perché sono solite cantare per scandire meglio il trascorrere del tempo  mentre preparano la cachupa, il piatto nazionale. Ogni pasto potrebbe esservi servito con tale ingrediente insomma, se non ne fate divieto assoluto, dalla colazione fino alla cena.

I portoghesi  provarono invano a piantare il riso su Santiago, ma si tratta di un tipo di cereale che proprio non riesce ad attecchire da queste parti. Il motivo? E’ legato fondamentalmente alle precipitazioni che cadono quando non dovrebbero. Piove infatti nella stagione estiva e non va bene per la crescita di molti prodotti che non mancano sulla tavola della maggior parte dei Paesi del mondo.  In inverno e in primavera, quando dovrebbe avvenire la semina, quindi, il periodo è fin troppo secco. In poche parole fu soltanto il mais  trasformare l’arcipelago in una zona di produzione di alimenti che rifornivano i navigatori portoghesi e gli scali commerciali in Africa. Negli anni successivi Capo Verde diventò così ricco di granoturco che cominciò ad esportarlo in grandi quantità verso l’isola di Madeira.

Informazioni su Capo Verde

Considerato un paradiso per le vacanze da molti italiani, è formato da un arcipelago di dieci isole di origine vulcanica. Sono bagnate dall’Oceano Atlantico e si trovano a 500 chilometri dalle coste senegalesi. Nonostante siano in tanti a raggiungere questa destinazione, non è del tutto turistica. Questo significa che è ancora possibile sentirne odori e vederne colori e influenze. Il tutto di fronte a spiaggia bianca e acque cristalline, con una varietà di paesaggi e gradazioni cromatiche sorprendenti. I suoi tratti di terra emersa sono divisi in “sopravento” a Nord e “Sottovento” a Sud. La differenza è che le prime hanno un clima quasi desertico e le seconde sono più umide, con piogge concentrate soprattutto tra agosto e settembre. Non mancano, in questo caso, afa e umidità.

I mesi migliori per raggiungere questo posto, sono quelli che vanno da novembre a luglio. Periodo in cui le temperature minime possono scendere fino ai 18°C (gennaio e febbraio sono i mesi più freddi), mentre le massime arrivano a toccare i 30°C . Dalla vicina Africa, inoltre, si registra una interessante escursione termica nelle ore notturne. Di solito viene scelta nel periodo invernale, quando il clima è perfetto e ci si può concedere un momento di relax, lontano dalla folla.

 

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