Tutti conosciamo, almeno per sentito dire, il programma di scambi Erasmus, acronimo di European Community Action Scheme for the Mobility of University Students. E’ nato nel lontano 1987 e promuove la cooperazione europea in otto settori: dall’istruzione scolastica all’istruzione superiore, dalle nuove tecnologie alla formazione degli adulti.
Dal 2004 esiste anche Erasmus Mundus, con l’obiettivo di favorire la mobilità degli insegnanti su scala globale attraverso master professionalizzanti in tutto il mondo.
I corsi già attivi in questo programma di mobilità internazionale per docenti sono ben 103, mentre le istituzioni europee d’istruzione superiore coinvolte sono 269. Si tratta di corsi di aggiornamento, dottorati, master, borse di studio ma anche stage e partnership.
I paesi coinvolti sono un centinaio, considerando quelli che fanno parte dell’Unione Europea, dello Spazio Economico Europeo e della Associazione europea di libero scambio, inclusi Paesi cosiddetti “terzi”. Insomma, stiamo parlando di un programma che mette in moto un vero e proprio circolo virtuoso mondiale della conoscenza.
Ma il coinvolgimento degli insegnanti avrà gli stessi risultati paragonato all’enorme successo del programma Erasmus per gli studenti?
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