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Chi non è affascinato dal deserto? Quello classico, biblico, fatto di sabbia, dune, sole e paura millenaria?
Un tipo di viaggio particolare, di sicuro non per tutti: sia soli che in compagnia, partire con jeep, delle tende ed alimenti sufficienti per raggiungere ogni volta un’oasi o un villaggio non è un’impresa facile.
Una via da percorrere se si vuole davvero provare l’ebbrezza dell’avventura è quella che un tempo, le carovane, percorrevano in 52 giorni: Ceuta, Erfoud, Rissani, Ouarzazate, Zagora. Una corsa contro il tempo entrando e uscendo dalle porte del deserto per raggiungere, infine, Tombouctou.
Alle spalle Ceuta, un luogo senza identità, tra colonizzazione spagnola e terra magrebina, un confine segnato dall’uomo senza rispetto della natura che unisce. Ceuta infatti è una città autonoma, che non appartiene a nessuna regione, a nessuno Stato.
Sin dall’età classica Ceuta è conosciuta per essere una delle Colonne d’Ercole: superato lo stretto braccio di mare che la separa d Gibilterra e segna la fine del Mar Mediterraneo, tutto era ignoto.
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