Ci sono città e Paesi che davvero non si finiscono mai di visitare, come nel caso dell’Egitto, luogo per il quale si sprecano da anni fiumi di inchiostro che servono solo in parte a raccontare cosa conserva al suo interno, anche perchè tutt’oggi gli archeologi, non hanno terminato di trovare antiche testimonianze del popolo che lo ha abitato per secoli, dotato di grande ingegno e intuito. Solo nella Sponda Occidentale, ad esempio, nel raggio di alcuni chilometri, si trovano tantissimi templi e altrettante tombe. Pullman turistici e taxi, giornalmente, attraversano quest’area per far conoscere ai visitatori i principali reperti archeologici, ma una idea simpatica può anche essere quella di noleggiare una bicicletta e muoversi in piena libertà. I prezzi, tra l’altro, sono molto convenienti e le bici si trovano lungo Sharia El-Mahatta a Luxor e possono essere trasportate con facilità a Tebe Ovest, l’antico nome della città, con il traghetto che parte ogni dieci minuti dal pontile di fronte al tempio principale.
Non dimenticando di portarsi dietro dell’acqua, si può iniziare da Nuova Qurna, un villaggio modello progettato nel 1946 dall’architetto Hassan Fathy. Fu creato per dare una nuova abitazione a coloro che vi risiedevano, ma questi si rifiutarono di traslocare. A circa 1,5 chilometri si avvistano i mitici Colossi di Memnone, una coppia isolata di statue che sembrano restare a guardia dell’area. Qualche metro ancora e, invece, sorge la Biglietteria generale, molto importante perchè è l’unica della zona, dove si possono acquistare i biglietti di ingresso ai monumenti. Si procede verso le alture di Tebe, fino ad arrivare al Ramesseo, il tempio funerario di Ramses, che però non era destinato a raccogliere le sue spoglie, ma le cerimonie in sua memoria.
A Qurna vecchia, invece, le case sono dipinte con vivaci colori e ispirate in parte all’antico Egitto o al “cubo nero”della Qaba. A volte, vi si trovano pure un aereo o una nave, ad indicare che il proprietario è andato in pellegrinaggio alla Mecca. Quasi due chilometri dopo, è imperdibile la casa di Howard Carter che si riconosce dalla cupola e fu la dimora dell’egittologo che ritrovò la tomba di Tutankhamon. Presto dovrebbe diventare un museo.