Un viaggio davvero fantastico: il Tibet Express

Di ritorno dal “tetto del mondo”, i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – partiti per un viaggio esperienziale voluto dall’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e organizzato dall’Agenzia di comunicazione I SAY stanno arricchendo i loro profili Instagram di immagini e stories da due leggendari luoghi ai piedi dell’Himalaya: Chengdu, capoluogo del Sichuan, e Lhasa, cuore spirituale del Tibet. Quest’ultima oggi raggiungibile anche grazie a un vero capolavoro di ingegneria: il “Treno del Cielo”, cioè la ferrovia più alta al mondo.

Uno spettacolo unico

Dalle vetrate panoramiche dei vagoni, è tutto un susseguirsi di viste mozzafiato. Di limpidissimi laghi e maestose montagne, alcune delle quali innevate per tutto l’anno. Di altipiani sterminati e praterie, ancora popolate dalle mandrie selvatiche. Di gole spettacolari e ponti fiabeschi, fino alle banderuole colorate e le cime dei palazzi della spiritualità tibetana. Un’esperienza unica, di piena immersione nella straordinaria bellezza di un paesaggio incontaminato.

In modo da dare ai viaggiatori ancora più possibilità di ammirare questi luoghi, in 9 delle 44 stazioni previste sono state installate piattaforme di visualizzazione che assicurano ogni volta ulteriori 15 minuti di meraviglia. Che prosegue anche di notte: complici l’altitudine e l’assenza dell’inquinamento luminoso a terra, con una Via Lattea mai vista prima.

Tra laghi salati, cime innevate e vaste praterie popolate da cavali, antilopi e yak, chilometro dopo chilometro il paesaggio assume una bellezza quasi mistica. Vissuta finora, cioè dall’apertura nel 2006 a fine 2022, da circa 265 milioni di passeggeri.

Un (fantastico) viaggio che vale il viaggio.

Il progetto

Con una lunghezza totale di quasi 2mila chilometri percorsi a una velocità di non oltre i 100-120 chilometri orari, compresi 675 ponti e 44 stazioni, questa ferrovia arriva oltre i 5mila metri sul mare. Infatti, una parte considerevole (circa 550 chilometri) è stata fatta sul permafrost, a temperature anche di meno 45°C – e probabilmente non riusciremmo mai a immaginare cosa abbia significato costruirla. 

Parliamo di una linea che unisce Xining, capoluogo della provincia cinese Qinghai, a Lhasa in meno di 48 ore. Un’opera il cui progetto parte nel 1984, con la costruzione di una prima tratta (Xining-Golmud) di circa 800 chilometri, ma che – per le problematiche tecniche, realizzazione dei 7 trafori compresa – si ferma fino al 2001 per essere terminata nel 2006. Con i suoi 5.072 metri sul mare, la seconda tratta (Golmud-Lhasa) detiene oggi il record di altitudine.

Come dicevamo, con non poche difficoltà. Visto il terreno ghiacciato, dovendo sopraelevare le rotaie e inserire nel terreno tubi contenenti azoto liquido in modo da mantenere la stabilità dei binari anche durante l’estate. (Soluzione, questa, alla quale gli ingegneri cinesi stanno cercando una migliore alternativa.) Oppure dovendo affrontare la sensibilità sismica di questi luoghi, con centraline capaci di fermare i convogli in caso di scosse significative, e le infiltrazioni di neve e sedimenti terrosi, con un efficace sistema di carenaggio. Senza dimenticare la protezione della biodiversità e delle specie a rischio laddove, per esempio, i sottopassi previsti per i movimenti degli animali selvatici non riuscivano a evitare di fermarsi per ore in attesa del passaggio delle antilopi tibetane a rischio estinzione.

Infine, la salute dei viaggiatori che – prima di salire a bordo – devono produrre un certificato di buona salute. Considerata l’altitudine, in gran parte sopra i 4000 metri, i vagoni sono totalmente pressurizzati e dotati di bombole di ossigeno ma anche di dispositivi che proteggono dalle radiazioni dei raggi UV. Inoltre, lungo il percorso ci sono decine di strutture mediche e stazioni di produzione di ossigeno. Un viaggio mozzafiato, in tutti i sensi.

 

Lascia un commento