Un intrigo che scorre su binari molto ampi, toccando varie zone del Vecchio Continente. Un incrocio di misteri che permette al lettore di viaggiare, da Parigi a Marsiglia, passando per i Balcani, l’Olanda, arrivando a toccare perfino l’Africa, con la Tunisia e il regime di Ben Ali.
Per chi ama viaggiare e scoprire nuove culture, una base importante attorno alla quale costruire poi future mete da apprezzare in tutto e per tutto, è rappresentata necessariamente dalla conoscenza. E per stimolare la conoscenza non c’è nulla di meglio della lettura. Chi l’ha detto che per viaggiare bisogna per forza muoversi di casa? In realtà, si può anche rimanere comodamente seduti sul divano, specialmente in tempi di pandemia come quelli attuali, e lasciarsi comodamente trasportare dall’immaginazione. Un libro su tutti in quest’ultimo periodo? “La Fuggitiva” di Carlo Lefebvre, acquistabile direttamente sulla piattaforma di Amazon.
Il contrasto geografico ne “La Fuggitiva”
Edito da Giunti, il romanzo dell’esordio di Carlo Lefebvre permette ai lettori di confrontarsi con un contrasto paritario dal punto di vista geografico, ovvero la Parigi di Gerard, che ricorda quella da tratti malinconici di Simenon, e la Marsiglia di Sahar, un vero e proprio mix multietnico, che presenta diversi tratti in comune con quella dipinta da Jean Claude Izzo, struggente, ma al contempo notevolmente spietata.
Uno dei punti di forza del romanzo riguarda la descrizione di tutti quei luoghi attorno a cui si snoda l’intera vicenda, che sono estremamente precisi, segnale perfetto di come l’autore li conosca in modo profondo e non superficiale.
L’impossibilità a definire il colore del cielo della capitale olandese, il suo vecchio porto, oltre una serie di abitazioni caratterizzata da sfarzo e lusso scorrendo la Golden Bend. Spostandosi poi verso Parigi, dove convivono due animale anche dal punto di vista fonico: i suoni e il rumore dei grandi boulevard e, invece, la quiete e la tranquillità che caratterizzano tante piazze, tra cui Place des Vosges, pittoresca e affascinante con i suoi palazzi in cui si stagliano solo due colori, il bianco e il rosso mattone. Uno sguardo a Èpernay, caratterizzata da una grande tranquillità di provincia, in cui si può respirare una “mancanza di fretta”, che invece si rivede puntualmente come tratto peculiare di qualsiasi metropoli e grande città.
Impossibile non restare affascinati anche di fronte alle serate illuminate dal lusso e dalle luci del Banski dvori, ovvero la ben nota sede in cui si trova il governo croato. Pochi e semplici tratti che permettono di comprendere meglio sia atmosfere che luoghi in modo semplice, ma indelebile.
Due personaggi a contrasto
Da una parte c’è il commissario Gerard e dall’altro la bellissima e giovane Sarah Liman. Due storie che si intrecciano nell’intrigo internazionale. Due personaggi che non sanno della rispettiva esistenza fin ad un punto molto avanzato della narrazione. In Gerard troviamo una grande solitudine, una quotidianità che ormai riesce a dare qualche soddisfazione solo grazie all’affetto dei cagnolini che ha salvato dalla strada, ma che è scandita dalla paura di non riuscire più a trovare l’amore dopo l’improvvisa e traumatica separazione con Michelle, mentre in Sarah c’è una forte mediterraneità colorata e slanciata.