Viaggiare è un po’ sognare si dice. Secondo me è un modo per vivere davvero e per attraversare spazi ed epoche, provando quasi l’emozione di fare un giro nel tempo. Ci si sente invincibili, rapiti solo dalle suggestioni regalate da monumenti e colori di Paesi incredibili e non turistici come ad esempio è l’Uzbekistan. Da queste parti il clima è continentale e nota è la presenza di una forte escursione termica. Pensate che la colonnina di mercurio qui è talmente ballerina, da riuscire a passare dai quaranta gradi dell’estate, ai meno trenta dell’inverno.
Sarebbe quindi da evitare il periodo più caldo, tuttavia se proprio volete giungere quando si rischia l’intolleranza climatica, almeno organizzate una battuta di trekking per andare alla ricerca delle aree più fresche. Le stagioni di mezzo, invece, sono sempre perfette. Quasi sempre il clima è piuttosto secco e più umido a est, vicino alle valli fluviali. Questo tratto di mondo è conosciuto quasi esclusivamente per Samarcanda, in ogni caso conserva anche altri angoli di paradiso. La capitale della via della Seta, chiaramente, è tutta da scoprire però. Gli edifici cinquecenteschi nel Registan lasciano senza parole. Spiccano le maioliche ed è difficile dire quali siano le più belle. Il giro non può concludersi, comunque, senza la necropoli di Shahi-Zinda. Ecco, poi, gli altri luoghi da vedere:
- Toshkent: non lascia di sicuro senza fiato i visitatori. Allora perché visitarla? Semplicemente perché è carica di musei ed è estremamente frizzante. La vitalità che si respira tra le sue strade non si ritrova quasi da nessuna parte nella Mittelasia.
- Buxoro: antico insediamento uzbeco che non è stato sconvolto più di tanto dal periodo sovietico. Resta, quindi, quasi del tutto originale.
- Khiva: per comprenderne le peculiarità, basta ricordare un dettaglio: ha novanta moschee.
L’Uzbekistan ha qualcosa di mitico che non si ferma comunque a luoghi noti, ma passa da figure come Marco Polo. Viene naturale pensare alle carovane che si spostavano da occidente a oriente. Il viaggio era faticoso tra i percorsi polverosi della via della Seta, ma il trasporto era importante. A bordo spezie e altri tesori e non mancavano gli animali esotici. Il quotidiano dei ricchi passava da mitici sultani e da religioni e filosofie come lo zoroastrismo. Di recente il legame con l’Urss ha trasformato il Paese, che ora è un vero mix di tradizioni e usi. Del periodo, forse, sono rimasti anche gli estremi controlli e così il visitatore, deve essere sottoposto ad uno stancante ed esagerato iter. La maggior parte dei tour, poi, sono organizzati e con percorsi obbligati. Ecco perché più che pensare al periodo relativamente recente, viene più facile fare un volo pindarico con la mente e tornare molto indietro e ai ventitré secoli di gloria che ha vissuto.
Da vedere in questa terra soprattutto il bazar Chorsu di Toshkent, con i contadini che giungono in campagna ancora con i costumi tipici e arrivare fino al mausoleo di Tamerlano per omaggiarlo. Del resto si deve a lui l’intera costruzione di Samarcanda. Unica attenzione va prestata alla preparazione della valigia, perché in loco l’escursione termica è veramente notevole.
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