No, non basta certo una sola visita per conoscere luoghi, paesi e monumenti dell’India: ma il modo di vivere dei suoi abitanti, le peculiarià delle varie zone, quelle si che non si scordano non appena si ha la fortuna di aprire gli occhi in questo splendido piccolo universo, fatto di spiritualità e radicate tradizioni. Il Rajastan, ad esempio, nonostante sia interessato per molti mesi da un forte caldo, accoglie il visitatore tra colori, mercati e quell’allegria che, giunti in questo Stato, fa ancora di più innamorare della vita. Le bancarelle sono ricche di oggetti di fattura artigianale autentica ed è bello soffermarsi a scrutare delle tecniche e dei risultati, ottenuti grazie ad una cultura diversa da quella occidentale, ma non meno affascinante. I commercianti, poi, sembrano usciti direttamente da un quadro, con i loro turbanti color magenta e il viso indurito dal sole e dalla fatica.
Famiglie intere attraversano i mercati in abiti tipici, cercando scarpe in pelle cucite a mano o, invece, il pilo o velo ricamato per il capo, il choli la camicia, e la ghaghra, la gonna lunga per le ragazze che si devono sposare. Non mancano artigiani concentrati nella produzione di qualche opera o stoffe bandhani all’aria, famose in tutto il globo. La sera, per la gioia di grandi e piccini, ecco spuntare dal nulla i burattinai con i loro spettacoli. Moltissime di queste usanze, negli anni scorso andavano via via scomparendo, ma oggi l’incremento del turismo ha portato gli anziani a trasmettere ai giovani un folklore che è anche fonte di guadagni, oltre che un importante bagaglio di tradizioni locali.
A Japur, ad esempio, si pratica ancora l’arte della stampa su stoffa da matrici in legno, la tintura vegetale, i blocchi di tek con motivi nuovi e la ceramica a pasta morbida, con disegni di fiori sull’azzurro. Fiorente è la tecnica dello smalto o la tintura delle stoffe dopo averle annodate.
foto di: shineviaggi