E’ vero, i francesi e gli italiani sono comunemente detti “cugini” e questo indica che, in fondo molte abitudini sono le stesse e, tra l’altro, entrambi gli idiomi hanno una origine neolatina. Questo, però, non significa che arrivati a Parigi, ad esempio, sia semplicissimo iniziare a discutere con la gente del luogo, se non con il linguaggio dei segni, comprensibilissimo in ogni parte del globo. L’argomento cibo, in questo contesto, è piuttosto serio, perchè, passi l’indicazione stradale che si può cercare in tutta autonomia, passi il contatto con la gente sul quale si può sorvolare, ma seduti al ristorante c’è poco da fare: bisogna ordinare. Se il formaggio per i francesi è un pregiato dessert e per noi un contorno e i camerieri vogliono sapere esattamente il grado di cottura di una fetta di carne, allora è giusto conoscere almeno le principali pietanze che l’arte culinaria parigina propone.
Di fronte al cameriere in attesa di sapere quali piatti un cliente vuole assaggiare, la scelta è enorme. Ecco quali sono quelli principali e più conosciuti:
- Agneau: agnello
- aioli: maionese all’aglio
- belon:ostrica
- boeuf: manzo
- bourguignon: manzo cotto come si usa in Borgogna, con vino rosso cipolle e funghi
- bouillabaisse: zuppa di pesce originaria della Provenza
- canard: anatra
- crème brulée: dessert preparato con crema pasticciera e una glassa di caramello
- croque-madame: toast al prosciutto e formaggio con uovo
- galette: torta di pasta sfoglia o di patate o focaccia dolce o, ancora, crepe di grano saraceno.
- marquise:dolce al cucchiaio simile alla mousse al cioccolato
- quenelle: gnocchetti leggeri di carne o pesce
- tartare: bistecca cruda tritata
- vacherin: torta a strati con meringa, panna montata, frutta e gelato; formaggio vaccino a pasta molle
Per quanto riguarda, infine, la cottura dei cibi, questi vanno classificati in questo modo:
- cru:crudo
- bleu: quasi crudo
- saignant: al sangue
- rosè: rosolato
- a point: cotto a puntino
- bien cuit: ben cotto