E’ uno degli edifici più famosi del mondo e anche uno dei più visitati in Italia, insieme al Colossei e agli scavi di Pompei. Stiamo parlando della Reggia di Caserta. Da ovunque voi veniate, che abbiate viaggiato in macchina o in treno per giungere fino in città, la prima immagine della che si presenta ai vostri occhi è quella del
Palazzo Reale, un’opera grandiosa concepita dal genio dell’architetto Luigi Vanvitelli e realizzata per volontà del re Carlo di Borbone e della sua consorte, la regina Maria Amalia.
La solenne cerimonia per la posa della prima pietra di questa, grande, lussuosa dimora fu celebrata il 20 gennaio del 1752. Da quel giorno più di tremila operai ed una folta schiera di artigiani, pittori, scultori e giardinieri lavorarono per molti e molti anni per costruire una delle regge più grandi e sontuose del mondo, che occupa una superficie di ben 44.000 metri quadrati. Al suo interno ci sono 1200 stanze, illuminate da 1742 finestre, e, alle sue spalle, uno splendido parco che si estende fino alla collina di Briano, su una superficie di 120 ettari e per una lunghezza di oltre 3 chilometri. Non saranno, però, di certo, solo le dimensioni di spazi ed architetture a stupirvi e a catturare la vostra attenzione, ma, negli appartamenti storici così come tra il verde di boschi e giardini, rimarrete affascinati dalla eccezionale bellezza di tutto ciò che vi circonda. Uno degli angoli più suggestivi del parco è sicuramente il Giardino all’Inglese, che, per le caratteristiche del verde, si contrappone a quello all’italiana che contraddistingue il resto del parco. Secondo la tradizione, il giardino inglese nacque per volontà della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV, che lo finanziò con il suo patrimonio personale. A suggerire alla regina la realizzazione del giardino, facendo leva sulla rivalità con la sorella Maria Antonietta, regina di Francia, che ne aveva voluto uno al petit trianon di Versailles fu in realtà Lord Hamilton, ambasciatore britannico presso la corte napoletana. La regina, per la realizzazione del giardino e la cura del verde, chiamò dall’Inghilterra il botanico Andrew Graefer, uno dei più famosi giardinieri del regno.
Visitando il palazzo ed il parco, non riuscirete a dimenticare facilmente la magnificenza delle decorazioni e degli arredi delle sale, la grande profusione di marmi e di altri materiali preziosi, nè il magico scenario del parco, con i suoi viali, i gruppi scultorei, le fontane e la lunga via d’acqua alimentata dalla grande cascata, testimonianza immortale dell’estro e della perizia degli artisti che lavorarono alla corte dei Borbone per dare materia e forma ai sogni dei sovrani e, a tutti noi, una preziosa eredità.