La Thailandia è un misto di paesaggi, sensazioni ed elementi: c’è quella che è stata devastata dallo tsunami oppure dai disordini interni che ogni tanto la colpiscono. Ancora, mostra il meglio di sè negli scenari da film americani, come quello con Leonardo di Caprio risalente a qualche anno fa e dal titolo “The beach”. Si parla anche di specie che stanno ritornando piano piano alla vita in natura, in particolare i gibboni e poi, c’è anche il lato triste, quello forse più oscuro di tutti, del turismo sessuale e pedofilo che annebbia tutto ciò che di bello rappresenta il Paese. Tralasciando questo triste fenomeno, la sua peculiarità principale, forse, è quella di essere sospesa tra antico e moderno, soprattutto in città come Bangkok, dove passato e futuro si fondono e si scontrano quotidianamente.
Tra coste meravigliose, isole incontaminate, mare di un turchese rubato alla tela di un pittore e grotte suggestive, non si dimentica un giro vicino al Ponte sul Fiume Kwai, luogo in cui si replica costantemente la ricostruzione teatrale collettiva. Sembra un poco lo spettacolo suoni & luci tanto caro agli egiziani e riprende la tragedia di molti inglesi che furono costretti dai giapponesi a massacrarsi con il lavoro per poi morire in guerra.
Volgendo lo sguardo su Bangkok, colpisce la differenza di stile di vita che si incontra pur trovandosi nella medesima città; da un lato, infatti, sorge la zona bassa, con le case in legno, i contadini poveri e i canali che scorrono accanto alle abitazioni. A poca distanza, invece, svettano palazzoni in cemento, a volte anche tristi nella loro linearità estrema e, ancora esiste una parte dedicata al futuro con grattacieli, strade sopraelevate che si intersecano e che lasciano solo intravedere le meraviglie dei monumenti e delle cupole dorate tipiche. Da non perdere una visita ai mercati e al Palazzo Reale, dove può entrare soltanto chi possiede delle scarpe con cinturino sul tallone, per evitare rumori molesti.