Se non si finisce mai di scoprire Roma e non è un semplice luogo comune, non è diverso per i dintorni della Capitale dove le meraviglie riportate alla luce sono incredibili e probabilmente nemmeno la metà di quello che è conservato sotto. C’è Villa Adriana, ad esempio, che fu fatta costruire per volere dell’imperatore Adriano fra il 118 e il 134 d.C e occupa un’aria piuttosto vasta a brevissima distanza da Tivoli e dalla sua Villa d’Este. Riguarda una serie di rovine riconducibili ad antichi edifici tra i quali spiccano le terme, Piccole e grandi, la biblioteca, il canopo e il vero simbolo locale. Parliamo di una grande vasca circondata dai resti di un porticato e da cariatidi, oltre che vari templi.
Ancora a Villa Adriana resta il Teatro Marittimo, con un piccolo canale che circonda un’isola con i resti di un piccolo palazzo che probabilmente l’imperatore preferiva a tutti gli altri. Qui si raccoglieva, infatti, in meditazione. Dentro il Museo del Canopo, inoltre, sono esposte statue rinvenute in loco per una visita interessante che sembra quasi un viaggio nel tempo. Dovrete, però, fare da soli perchè attualmente il percorso da seguire non ha segnalazioni. Massima attenzione perché tornare a casa, dimenticando uno dei palazzi più interessanti sarebbe un vero peccato. Insomma, il vero segreto è staccare la spina dai pensieri quotidiani e perdersi per qualche ora, a cavallo tra storia e presente.
Come dimenticare poi Villa d’Este tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco e una meraviglia del Rinascimento italiano? A fondarla fu il cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia e passeggiare tra i suoi viali è un continuo alternarsi tra stupore e relax. Il numero di visitatori continua a crescere esponenzialmente ogni anno. Da sempre. Solo nel 2014, ad esempio, è stato il decimo sito statale più richiesto e ora fa parte dei musei e dei luoghi della cultura gestiti dal Polo Museale del Lazio.
Oltre all’immenso valore monumentale del luogo, vale la pena di conoscere la sua storia. Papa Giulio III del Monte intendeva ringraziare il cardinale d’Este per averlo aiutato durante l’elezione al soglio pontificio. Lo aveva, infatti, nominato governatore a vita di Tivoli e del suo territorio. Quando il cardinale arrivato in loco, si accorse che avrebbe dovuto abitare in un vecchio e scomodo convento, non ne fu felice. Anche perché era abituato ad un trattamento molto diverso. Non voleva però spostarsi per via della salubre aria che si respirava e perché era di fatto un cultore delle antichità romane. Non restava che trasformare l’area in una grande villa, una sorta di gemella di ciò che stava facendo costruire a Roma, a Monte Giordano. Dei lavori si occupò Pirro Ligorio, con un grande numero di artisti e artigiani. Non mancarono i problemi, compresi i materiali di costruzione e poi il cardinale ebbe appena il tempo di vedere l’inaugurazione, che morì.
I primi proprietari furono tre cardinali d’Este governatori di Tivoli. Si trattava del committente Ippolito II, il nipote Luigi fino al 1586 e infine Alessandro.
Quello che stupisce di più, non è solo l’incredibile palazzo, quanto il suo giardino con le fontane. Al tempo non avevano nessun congegno meccanico ad alimentarle, ma era stato preferito il sistema dei vasi comunicanti.