Sembra una notizia curiosa, eppure anche a seguito del recente terremoto in Giappone, con i conseguenti danni alle centrali nucleari che stanno ancora facendo tenere il fiato sospeso a tutto il mondo, un tour di Chernobyl non può che fare bene per ricordare e anche per imparare dal passato. In occasione dei 25 anni dal disastro radioattivo del 1986, infatti, alcune aree della cittadina al confine con la Bielorussia saranno aperte alle visite dei turisti. La visita sarà lunga un solo giorno e riguarderà l’area della centrale dove avvenne una delle tragedie più grandi che il mondo conosca. Per anticipare l’evento, i siti sono stati mostrati in anteprima a un gruppo di giornalisti europei, tra i quali un reporter di Scientific American. Tra timore e curiosità, è una esperienza che segna e che fa inevitabilmente rendere conto di quanto la mano dell’uomo contro la natura, finisca per ritorcersi contro se stesso.
Oggi i rischi per la salute, per una permanenza piuttosto relativa sono inesistenti, secondo le rassicurazioni degli esperti. Del resto le concentrazioni di iodio radioattivo sono diminuite in tempi brevi dopo l’evento nucleare, il cesio 137 e lo stronzio 90 impiegano entrambi 30 anni per ridursi della metà.Peggio ancora per il plutonio 239, le cui concentrazioni cominceranno a dimezzarsi solo tra 24.000 anni. Rimanere in loco per qualche ora, però, è sicuro ed, inoltre, aiuta a rendersi conto degli effetti disastrosi che possono causare le centrali fuori uso, un problema che forse il Giappone sta riuscendo a limitare, almeno si spera.
Gli studiosi dicono che già cinque anni dopo quel terribile 1986, si poteva con cautela visitare la zona, evitando di muoversi ovviamente proprio sul sarcofago che ricopre il reattore. Lo spettacolo che oggi hanno visto i cronisti non sembra essere poi così terribile. Se alcuni volatili hanno avuto difficoltà a ristabilirsi e rimangono albini, per altre specie, almeno all’apparenza, la vita sembra essere tornata alla normalità.